upplica alla
Madonna di Bonaria
(da recitarsi a mezzogiorno)

Eccoci nuovamente innanzi a Te, o Vergine Santissima di
Bonaria,
certi che nella tua bontà vorrai ancora chinarti verso di noi e
ascoltarci.
Salve, Regina...
Sono seicento anni che la Sardegna vanta un titolo speciale alla tua
protezione,
da quando, con un delicato e prodigioso gesto di predilezione,
Tu volesti che il tuo bel simulacro approdasse alle nostre sponde
e così
diventasti la conquistatrice più benigna
e l'ospite più insigne di quanti
sbarcarono su quest’ isola nei travagliati millenni della sua storia.
Da quel giorno benedetto le vicende cristiane della nostra terra sono legate
al tuo nome;
al tuo colle sono saliti incessantemente i nostri padri con una
preghiera sul labbro dettata via via dall'angoscia,
dalla confidenza, dalla
speranza, dalla fiducia.
A Te sono ricorsi quando la guerra infuriava, quando infierivano la
pestilenza e la carestia,
quando la tempesta flagellava i fragili legni cui
si affidavano al nostro mare meraviglioso e infido,
quando malizia di uomini,
furia di elementi o avversità di tempi li facevano sentire abbandonati,
indifesi, miseri, oppressi; ai tuoi piedi trovarono sempre conforto e soccorso.
Verso di Te sono, poi, risaliti cantando a celebrare le mille grazie da Te
impetrate,
la liberazione dal male e dalla paura, gli eventi felici della
loro esistenza di persone e di popolo.
Salve, Regina...
Con la stessa fede
e lo stesso slancio dei nostri antenati noi oggi torniamo da Te.
Vedi, Madre premurosa, quante difficoltà di ordine morale e materiale ancora
ci angustiano:
i frutti della terra e del lavoro non bastano al nostro
sostento e a quello delle nostre famiglie;
a tanti di noi il lavoro ancora
manca o la casa o la sicurezza del domani;
molti dei nostri cari per
procurarsi un pane meno stentato meno incerto sono costretti ad emigrare;
l'ardore e il bisogno di affermarsi dei nostri giovani si vedono spesso
frustrati, o fuorviati.
Non sempre la verità, la giustizia, il rispetto, la mitezza ispirano i
nostri rapporti reciproci
e non di rado lo stesso progresso che crediamo di
aver raggiunto minaccia di sviarci da Te e dal tuo Figlio divino,
nostra
salvezza e nostra vita.
Abbiamo perciò bisogno, oggi come un tempo, della tua compiacente materna
assistenza.
Conservaci nell'antica fede, nella lealtà e nella sobrietà,
che sono i
tratti caratteristici del volto spirituale di queste tue genti.
Aiutaci anche nell'ardua impresa di promuovere in questa nostra e tua isola
quello sviluppo sociale ed economico che è condizione di tranquillità e di pace.
Salve, Regina Fa che accanto a Te, Madre della Chiesa, ci sentiamo uniti in
una feconda comunione di carità
con tutto il popolo di Dio e coi suoi
pastori, il Papa e i nostri Vescovi,
nell'impegno di dar vita ad un mondo più
umano e più cristiano,
nella consapevolezza delle responsabilità di ciascuno
e nella volonterosa e ordinata convergenza di queste al servizio della comunità.
Fa che possiamo crescere nell'unità e nell'amore.
Fa che per Te ci riconosciamo sempre più sinceramente famiglia di Dio;
fa
che possiamo camminare generosamente insieme verso la casa del Padre.
Salve, Regina...

Luciano Mismasi