29 GIUGNO

Intenzione
Pregare per coloro che sono sull'orlo dell'inferno, prossimi a cadervi se non
sono aiutati.
LE ISPIRAZIONI
Un'immagine sacra rappresenta Gesù sotto le sembianze di viandante, con il
bastone in mano, in atto di bussare ad una porta. Si è osservato che alla porta
manca la maniglia.
L'autore di tale immagine ha inteso concretizzare il detto dell'Apocalisse: «Io
sto alla porta e busso; se uno ascolterà la mia voce e mi aprirà la porta, io
entrerò da lui» (Apocalisse, III, 15).
Nell'Invitatorio, che la Chiesa fa ripetere tutti i giorni ai Sacerdoti,
all'inizio della sacra ufficiatura, è detto: «Oggi, se udirete la sua voce, non
vogliate indurire i vostri cuori!»
La voce di Dio, di cui si parla, è l'ispirazione divina che parte da Gesù
ed è diretta all'anima. La porta, che non ha la maniglia all'esterno, fa
comprendere che l'anima, udita la voce divina, ha il dovere di muoversi, di
aprire internamente e di far entrare Gesù.
La voce di Dio non è sensibile, cioè non colpisce l'orecchio, ma va alla mente e
scende al cuore; è voce delicata, che non può udirsi se non c'è il raccoglimento
interiore; è voce amorosa e sapiente, che invita dolcemente, rispettando la
libertà umana.
Consideriamo l'essenza della divina ispirazione e la responsabilità che ne
proviene a chi la riceve.
L'ispirazione è un dono gratuito; si chiama anche grazia attuale, perché
ordinariamente è momentanea ed è data all'anima in qualche bisogno particolare; è
un raggio di luce spirituale, che illumina la mente; è un invito misterioso che
fa Gesù all'anima, per tirarla a sé o per disporla a maggiori grazie.
Essendo l'ispirazione un dono di Dio, si ha il dovere di riceverla, di
apprezzarla e di farla fruttare. Si rifletta su questo: Dio non spreca i suoi
doni; Egli è giusto e chiederà conto di come si siano fatti fruttare i suoi
talenti.
È doloroso dirlo, ma tanti fanno i sordi alla voce di Gesù e rendono
inefficaci o inutili le sante ispirazioni. San'Agostino, pieno di sapienza,
dice: «Temo il Signore che passa!» volendo significare che se Gesù bussa oggi,
bussa domani alla porta del cuore, e si resiste e non gli si apre la porta,
potrebbe allontanarsi e non ritornare più.
È necessario dunque ascoltare la buona ispirazione e metterla in pratica,
rendendo in tal modo efficace la grazia attuale che Dio dà.
Quando si ha un buon pensiero da attuare e questo ritorna con insistenza alla
mente, ci si regoli così: si preghi, affinché Gesù dia la luce necessaria; si
rifletta seriamente se e come mettere in atto ciò che Dio ispira; nel caso
dubbio, si chieda il parere al Confessore o al Direttore Spirituale.
Le ispirazioni più importanti potrebbero essere: consacrarsi al Signore,
lasciando la vita secolare; fare il voto di verginità; offrirsi a Gesù come
«anima ostia» o vittima riparatrice; dedicarsi all'apostolato; troncare un'occasione di peccato;
riprendere la
meditazione quotidiana, ecc...
Chi sente, e da tempo, qualcuna delle suddette ispirazioni, ascolti la voce di
Gesù e non indurisca il suo cuore.
Il Sacro Cuore fa udire con frequenza la sua voce ai suoi devoti, o durante una
predica o una pia lettura, o mentre sono in preghiera, specialmente durante la
Messa e nel tempo della Comunione, o mentre sono nella solitudine e nel
raccoglimento interiore.
Una sola ispirazione, assecondata con prontezza e generosità, potrebbe essere il
principio di una vita santa o di una vera rinascita spirituale, mentre
un'ispirazione resa vana potrebbe rompere la catena di tante altre grazie che
Dio vorrebbe elargire.
Idea geniale
La signora De Franchis, da Palermo, ebbe una buona ispirazione: «A casa mia c'è
il necessario ed anche il più. Quanti invece mancano di pane! È doveroso aiutare
qualche povero, anche giornalmente.» Questa ispirazione fu messa in pratica.
All'ora di pranzo la signora pose un piatto al centro della tavola; poi disse ai
figli: «A pranzo e a cena noi penseremo ogni giorno a qualche povero. Ognuno si
privi di qualche boccone di minestra o di pietanza e lo metta in questo piatto.
Sarà il boccone del povero. Gesù gradirà la nostra mortificazione e l'atto di
carità.»
Tutti furono contenti dell'iniziativa. Ogni giorno, dopo il pasto, entrava un
povero e veniva servito con delicata premura.
Una volta un giovane Sacerdote, trovandosi nella famiglia De Franchis, a vedere
con quanto amore preparavano il piatto per il povero, rimase gradevolmente
sorpreso di quel nobile atto di carità. Fu un'ispirazione per il suo cuore
ardente di Sacerdote: «Se in ogni famiglia nobile o benestante si preparasse un
piatto per un bisognoso, migliaia di poveri potrebbero sfamarsi in questa
città!»
Il buon pensiero, che Gesù ispirò, fu efficace. Il fervoroso ministro di Dio
cominciò a propagare l'iniziativa e giunse a fondare un Ordine Religioso: «Il
Boccone del Povero» con i due rami maschile e femminile.
Quanto bene in un secolo si è compiuto e quanto se ne compirà dai membri di
questa Famiglia Religiosa!
Quel Sacerdote al presente è Servo di Dio ed è inoltrata la sua Causa di
Beatificazione e di Canonizzazione.
Se Padre Giacomo Gusmano non fosse stato docile alla divina ispirazione, non
avremmo nella Chiesa la Congregazione del «Boccone del Povero».

Fioretto
Ascoltare le buone ispirazioni e metterle in pratica.

Giaculatoria
Parla, o Signore, che io ti ascolto!